Thursday, April 20, 2017

Imparare a valutare il rischio

This blog, written in Italian, was originally published in the April-May 2017 edition of Focus Risparmio, which can be found by clicking here.

In un arco temporale di più di dieci anni, assieme a un team di ricerca, siamo riusciti a misurare la financial literacy in molti Paesi, aggiungendo domande relative alla conoscenza finanziaria in indagini nazionali, fino a realizzare un paio di anni fa un’indagine globale della financial literacy in più di 140 Paesi, in collaborazione con Gallup e la Banca Mondiale. Ma ciò che mi ha sempre interessato in modo particolare è la risk literacy, ovvero la conoscenza finanziaria relativa al rischio. Poiché molte delle decisioni finanziarie si riferiscono al futuro, che è per definizione incerto, capire il rischio e i concetti a esso legati, per esempio la relazione tra rendimento e rischio, è fondamentale nella gestione della finanza personale. Un argomento su cui avevamo dibattuto già qualche anno fa, ma i dati si basavano su pochissime domande (spesso solo una) relative alla conoscenza di concetti quali la diversificazione del rischio. È per questo che siamo stati felici di collaborare con Allianz in un’indagine non solo sulla conoscenza finanziaria ma, in particolare, sulla risk literacy in ben 10 Paesi europei, inclusa l’Italia. Abbiamo utilizzato domande che si riferivano alla conoscenza finanziaria di base e alla risk literacy. I risultati di questo nuovissimo studio fatto lo scorso autunno sono stati resi pubblici a gennaio.

Tre gli elementi di particolare interesse. Primo: anche se esistono varie differenze tra i dieci Paesi europei, un aspetto comune è la bassa risk literacy. In generale, in tutti i Paesi, meno del 50% della popolazione sa rispondere correttamente a domande relative al rischio. Contrariamente alle domande relative alla financial literacy, quelle sulla risk literacy hanno un’alta percentuale di “non lo so”. In sostanza, i dati rilevano una ignoranza diffusa su uno dei concetti fondamentali per le decisioni di risparmio e di investimento.

Secondo: la conoscenza conta! Oltre alle domande relative alla conoscenza finanziaria, il questionario ha incluso tre scenari che consistevano nella scelta del migliore prodotto finanziario in situazioni di rischio. In particolare, viene valutata la capacità di assicurarsi contro il rischio di non avere risorse finanziarie in età avanzata, la capacità di gestire la liquidità in un orizzonte temporale di breve periodo, e la capacità di diversificare il rischio in scelte di portafoglio di lungo periodo. Chi ha una conoscenza finanziaria di base e ha una conoscenza del rischio è in grado di scegliere prodotti finanziari adeguati alle esigenze descritte nei tre scenari. Terzo: nel confronto con gli altri dieci Paesi, l’Italia ha la più bassa financial e risk literacy.

Non tutti questi risultati sono nuovi. Al contrario, molti tendon a confermare i risultati di altri studi fatti nell’arco di più di dieci anni. È forse questa la novità. Senza interventi mirati a migliorare la conoscenza finanziaria è difficile aspettarsi che le persone la acquisiscano da soli. E la bassissima conoscenza tra i Millennials è una indicazione che i giovani sono fortemente impreparati a scelte finanziarie e assicurative. Il messaggio di questi dati è semplice: “Abbiamo un grande bisogno di cambiamento, in particolare in Italia”.
  
 

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